Per l'ennesima volta Treccani dà spazio a opinioni antiscientifiche, ad affermazioni non dimostrate, mal scritte, false e pericolose, solo per sfruttare la moda del femminismo social, contribuendo peraltro anche a svilire la discussione sulla violenza di genere, che è ormai ridotta a una pagliacciata, un circo in cui emerge chi grida più forte, chi fa l'affermazione più eclatante, chi insomma ha meno a cuore la verità e il dialogo serio e razionale. Un istituto nobile come Treccani dovrebbe essere animato da tutt'altro intento e seguire un rigore non solo scientifico ma anche deontologico, venuti invece completamente a mancare, come denuncio ormai da anni. Come sempre, ribadisco che il silenzio è complicità: tutti voi scrittori, giornalisti e insegnanti, che tacete dinanzi a queste cose perché non volete perdere un follower o un'occasione di pubblicare, o semplicemente la vostra bella faccia costruita per piacere al pubblico, siete colpevoli.
E vili.
Buon anno a tutti coloro che ancora lottano per un mondo in cui trionfi la ragione:
Libertá vai sognando, e servo a un tempo
vuoi di novo il pensiero,
sol per cui risorgemmo
della barbarie in parte, e per cui solo
si cresce in civiltá, che sola in meglio
guida i pubblici fati.
Cosí ti spiacque il vero
[...] Per queste il tergo
vigliaccamente rivolgesti al lume
che il fe’ palese.
Per fare lezione con me:
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